L’Esposizione (1^ parte)

Pubblicato da Maurizio il 30/01/2019
Aggiornato il 28/10/2024
Tempo di lettura, circa 12 minuti

foto IMperfette

(I) Il triangolo dell’esposizione

Per far sì che l’immagine venga registrata sul sensore abbiamo visto che dovrai far entrare luce nel corpo macchina.

Il problema è QUANTA luce far entrare affinchè l’immagine risulti esposta correttamente. Si tratta quindi unicamente di un fattore di QUANTITÀ.

L’esposizione è influenzata da TRE componenti della fotocamera che tradizionalmente vengono raffigurati insieme ad un triangolo per rappresentare il legame che hanno uno con l’altro.

L’immagine qui sotto è universalmente nota come triangolo dell’esposizione.

Se il valore di uno dei vertici varia (in più o in meno) si ottiene la medesima esposizione variando in senso opposto uno degli altri due

Se il valore di uno dei vertici varia (in più o in meno) si ottiene la medesima esposizione variando in senso opposto uno degli altri due, quindi:

  • Sensibilità ISO. Più la sensibilità è ALTA e più il sensore catturerà luce. Più la sensibilità è BASSA e meno il sensore sarà in grado di catturare luce.
  • Diaframma. I diaframmi CHIUSI lasceranno passare meno luce mentre quelli APERTI ne faranno passare di più. Ricorda che il diaframma è inversamente proporzionale al numero f, quindi numeri f grandi corrispondono a diaframmi chiusi e viceversa.
  • Tempo. Anche questo parametro è abbastanza logico: più tempo l’otturatore rimarrà aperto e più luce entrerà nella camera oscura.

Per spiegare per bene il triangolo dobbiamo anche introdurre una particolarissima unità di misura che si usa in fotografia e che si chiama STOP. Spesso lo STOP viene convenientemente abbreviato in EV (attenzione perché, nel resto del corso, utilizzerò sempre il termine EV per riferirmi allo STOP).

Che cosa è un EV?

É un valore di intensità luminosa (EV = Exposure Value) che corrisponde a determinati valori di diaframma e tempi di esposizione.

Per variare il valore di EV occorre variare almeno UNO dei tre elementi del triangolo.

Quindi, se apro il diaframma, faccio entrare una maggiore quantità di luce e aumento di conseguenza il valore di EV.

Semplice vero?

Le variazioni si misurano in STOP (per convenzione ci si riferisce allo STOP sempre con il termine di EV preceduto da un segno algebrico di addizione o sottrazione per indicare se la variazione è positiva o negativa) e ogni STOP raddoppia o dimezza il valore precedente.

La cosa è molto più semplice di quello che sembra!

Facciamo un esempio: ho l’otturatore impostato ad una velocità di 1/125 ma voglio rallentare il tempo di scatto di 2 STOP (che si indica con +2EV). Significa quindi  che dovrò raddoppiare il tempo due volte (1/125 x 2 = 1/60 e 1/60 x 2 = 1/30).

Ho il sensore impostato a 800 ISO ma voglio ridurre la sensibilità di 3 STOP (dunque -3EV). Vado quindi a dividere (800 / 2 = 400 e poi 400 / 2 = 200 quindi 200 / 2 = 100).

Perché ti parlo di EV?

Perché all’inizio di questa lezione ti ho introdotto il fatto che i tre vertici del triangolo sono legati tra di loro.

Poniamo dunque il nostro primo assunto:

L’esposizione si regola grazie a tre fattori:

  1. sensibilità ISO
  2. apertura del diaframma
  3. tempo di scatto

Di conseguenza

  • Tempi di scatto più lunghi permettono l’ingresso di più luce quindi l’immagine verrà più esposta (sarà più luminosa).
  • Tempi di scatto più brevi permettono l’ingresso di meno luce quindi l’immagine verrà meno esposta (sarà più buia).
  • Valori di diaframma più aperti permettono l’ingresso di più luce quindi l’immagine verrà più esposta (sarà più luminosa).
  • Valori di diaframma più chiusi permettono l’ingresso di meno luce quindi l’immagine verrà meno esposta (sarà più buia).
  • Sensibilità ISO alte rendono il sensore più ricettivo alla luce quindi l’immagine verrà più esposta (sarà più luminosa)
  • Sensibilità ISO basse rendono il sensore meno ricettivo alla luce quindi l’immagine verrà meno esposta (sarà più buia).

Perciò

Al variare di almeno UNO dei fattori, il valore dell’esposizione (EV) aumenta o diminuisce in maniera proporzionale.

PERÒ ATTENZIONE!

Se varia UN fattore in NEGATIVO e si fa variare UN ALTRO fattore del triangolo in POSITIVO per la stessa quantità di STOP, il valore dell’esposizione (EV) NON CAMBIA!

Cosa significa? Significa, ad esempio, che se riduco il diaframma di -2EV e aumento il tempo di +2EV la mia immagine risulterà esposta allo stesso identico modo perché all’interno della camera oscura entrerà la stessa identica quantità di luce.

Per ora lascia perdere la sensibilità ISO (ovvero non consideriamo la sensibilità ISO come un fattore da regolare nel momento in cui dovrai scattare). Dovrai impostare la sensibilità ISO prima di iniziare a fotografare, come si faceva quando si inseriva un rullino nella macchina, e dovrai pensare quindi a regolare l’esposizione solo con diaframma e tempo.

Nelle prossime lezioni chiariremo meglio le applicazioni pratiche del triangolo dell’esposizione.

(II) Gli esposimetri

Per misurare la QUANTITÀ di luce esiste un apposito strumento: l’ESPOSIMETRO.

Esistono DUE tipi di esposimetri: quello ESTERNO e quello INTERNO.

L’esposimetro esterno è uno strumento che si vede raramente e viene perlopiù utilizzato da fotografi professionisti all’interno di uno studio. É uno strumento separato dalla fotocamera che deve essere utilizzato vicino al soggetto perché legge la luce incidente ovvero la luce che lo colpisce.

schema di lettura di un esposimetro esterno

Avrai sicuramente visto fotografi di moda avvicinare al viso della modella un esposimetro esterno per leggere, appunto, la quantità di luce che, in quel momento, sta illuminando il volto.

É uno strumento che si utilizza solamente in casi molto particolari perché - ad esempio - se vuoi fotografare un paesaggio con una montagna è impensabile avvicinare l’esposimetro ad una montagna distante chilometri!

Se sei curioso di provare un esposimetro esterno senza spendere denaro (si tratta di uno strumento abbastanza costoso) puoi installare sul tuo smartphone qualche app che ne simula il funzionamento. Non sarà precisissimo ma ti farà capire come funziona!

Per nostra fortuna, però, tutte le macchine fotografiche hanno un esposimetro integrato (detto esposimetro interno oppure esposimetro TTL).

schema di lettura di un esposimetro TTL

L’esposimetro interno è invisibile - perché si trova dentro il corpo macchina - e ha una caratteristica molto importante che lo differenzia da quello esterno poichè legge la luce riflessa.

Non potendo avvicinarci alla montagna, che dista chilometri di distanza, possiamo comunque leggere la luce che la montagna stessa riflette verso di noi. Molto comodo.

ATTENZIONE: la differenza tra le due letture è fondamentale!

Abbiamo detto che l’esposimetro esterno legge la luce incidente quindi - a parità di illuminazione - darà logicamente sempre lo stesso valore poichè la fonte di illuminazione non cambia.

L’esposimetro interno, invece, legge la luce riflessa quindi - a parità di illuminazione - potrebbe dare letture diverse…

Il motivo è molto semplice: materiali e superfici diverse riflettono la luce in modi diversi!

Per questo motivo tanti principianti si trovano in difficoltà quando è il momento di calcolare l’esposizione e la foto che ottengono è sovra o sottoesposta o, comunque, non è esposta come avevano pensato.

Come potrai capire la lettura della luce riflessa è potenzialmente un problema e le prossime lezioni sono molto importanti, da questo punto di vista, perché non solo ti spiegheranno come calcolare l’esposizione giusta per la tua fotografia ma ti insegneranno a farlo nelle più svariate condizioni di luce: anche le più difficili.

Come funziona il tuo esposimetro

Vediamo quindi, nel dettaglio, come funziona il tuo esposimetro interno o TTL (che d’ora in avanti chiameremo semplicemente esposimetro).

La luce riflessa dal soggetto passa attraverso l’obiettivo e va a colpire un’area sensibile che ne legge l’intensità.

La quantità di luce letta viene quindi confrontata con un valore di riferimento (di questo parleremo a fondo successivamente) che viene preso convenzionalmente come punto ZERO e l’esposimetro ti comunica di quanto il valore letto si discosta in più o in meno da questo zero.

la scala di un esposimetro TTL

Il tuo esposimetro, inoltre, ha sicuramente più di una modalità di lettura che dovrai selezionare prima dello scatto.

  • Spot centrale - l’esposizione viene rilevata da una piccola area al centro del mirino. Questa modalità è molto precisa perché la misurazione viene effettuata, appunto, su di un area molto ridotta e ben definita.
  • Centrale ponderata - la misurazione avviene in un’area molto più grande - sempre centrale - con bordi sfumati (quindi con una certa tolleranza). É meno precisa di quella a spot centrale e viene usata, tipicamente, per il ritratto (ponendo il viso del soggetto all’interno dell’area centrale).
  • Valutativa/matrix - questa modalità suddivide l’inquadratura in aree (creando un reticolo) e misura l’esposizione per ogni area, quindi ne fa la media. Ad un principiante potrebbe sembrare la più comoda ma funziona bene solo se la scena è illuminata uniformemente: per scene molto contrastate occorrerà utilizzare la centrale ponderata o, meglio ancora, quella a spot.
le modalità di misurazione dell'esposizione

Come si legge l’esposimetro

Come hai appreso dalla lezione precedente, l’esposimetro si legge molto facilmente grazie ad una scala graduata visibile nella parte inferiore dell’oculare della fotocamera (o dallo schermo posteriore).

le informazioni leggibili dal mirino della fotocamera

L’esposizione corretta è identificata dal valore centrale (ZERO).

Più il cursore si sposta ai lati (verso il simbolo + o il simbolo -) e più la fotografia risulterà sovra o sottoesposta.

Come vedi non ho scritto che il cursore si sposta verso destra e verso sinistra perché diverse fotocamere permettono di invertire questi valori!

Ad esempio la mia macchina fotografica era regolata in modo che se ruotavo la ghiera di regolazione verso destra, il cursore dell’esposimetro si spostava verso sinistra. Io ho invertito la regolazione affinchè sia più immediata e quindi ora riesco a calcolare l’esposizione molto più rapidamente perché so di dover ruotare la ghiera nella direzione verso cui desidero spostare il cursore dell’esposimetro.

Nota anche che la scala dell’esposimetro ha diverse tacche. Solitamente UNA tacca corrisponde a 1/3EV.

Anche in questo caso, però, diverse fotocamere permettono di modificarne la scala.

Dal mio punto di vista la regolazione 1 tacca = 1/3EV va benissimo quindi ti suggerisco di non modificarla.

Ora avrai anche capito che per gestire il triangolo dell’esposizione non serve essere dei matematici (il dubbio ti era venuto, vero?) ma potrai fare affidamento sulla scala dell’esposimetro.

(III) La compensazione dell’esposizione

Ora che sai come funziona un esposimetro e come si regola MANUALMENTE ti devo fare un piccolo inciso.

Quando si utilizza la fotocamera in modalità totalmente (modo P) o parzialmente (modi S e A) automatica è possibile compensare l’esposizione verso l’alto o verso il basso.

Perché dovresti avere bisogno di regolare l’esposizione con la macchina che la calcola automaticamente da sola?

Perché vedremo, in seguito, che il calcolo automatico dell’esposizone potrebbe NON portare al risultato che TU hai deciso di ottenere.

Non per ultimo l’esposimetro - come abbiamo visto in precedenza - potrebbe essere ingannato da una condizione particolare di luce e restituirti una fotografia con l’esposizione completamente sbagliata!

Per compensare l’esposizione dovrai utilizzare un pulsante dedicato che ti permetterà di scegliere la quantità di EV da aggiungere o da togliere all’esposizione calcolata in automatico.

Per sapere come fare questo, fai riferimento al libretto di istruzioni della tua fotocamera.

(IV) Il grigio medio

Adesso hai veramente in mano parecchie informazioni riguardanti l’esposimetro della tua fotocamera!

Ne manca però una molto importante…

Ti sarai sicuramente fatto questa domanda: su cosa si basa l’esposimetro per dirmi qual è il punto di esposizione corretto?

Davanti a te potresti avere le condizioni di luce più disparate…

Per questo motivo si è deciso di adottare un valore convenzionale UNICO per tutti i produttori di fotocamere a cui fare corrispondere il valore ZERO dell’esposimetro, ovvero quella che potremmo definire l’esposizione corretta.

Questo valore è il grigio medio (chiamato anche grigio 18%)

Un set di cartoncini per la regolazione dell'esposizione e del bilanciamento del bianco della fotocamera. Dal basso verso l'alto il bianco puro, il nero puro e il grigio medio

Un set di cartoncini per la regolazione dell’esposizione e del bilanciamento del bianco della fotocamera. Dal basso verso l’alto il bianco puro, il nero puro e il grigio medio

Perché è stato scelto questo valore?

Perché è stato verificato che la maggior parte delle immagini tarate su questo valore risultano esposte correttamente.

Ora cominci a capire perché a volte la fotocamera sbaglia?

Sì! perché l’esposizione basata sul grigio medio non funziona nel 100% dei casi.

Inizi quindi ad aver chiaro perché è importante saper usare la macchina in manuale?

Sì! perché gli automatismi possono sbagliare: il tuo cervello, invece, debitamente istruito, sbaglierà molto meno!

Per caso hai capito anche perché quando parlo di esposizione corretta evidenzio sempre la parola corretta?

Porta ancora un po’ di pazienza perché lo scopriremo molto presto!

(V) La latitudine di posa e l’istogramma

Concludiamo, con questa lezione, la prima parte riguardante l’esposizione.

Devi scusarmi, te lo avevo detto che la lezione sull’esposizione sarebbe stata la più lunga e noiosa ma non posso fare altrimenti.

Non sarai mai in grado di fare le foto che vuoi se non saprai padroneggiare la tua attrezzatura in ogni situazione di luce!

Introduciamo ora due nuovi argomenti che ti aiuteranno a capire ancora più nel dettaglio come dovrai comportarti quando si tratterà di decidere come esporre.

La latidutine di posa è un concetto che appartiene alla fotografia analogica, alla pellicola, ma è comunque applicabile anche alla fotografia digitale.

La latitudine di posa è la quantità di EV che il tuo sensore è in grado di registrare.

In pratica misura la quantità di EV che possiamo utilizzare tra un’immagine completamente sovraesposta (totalmente bianca) e una completamente sottoesposta (totalmente nera).

L’istogramma, al contrario, è un concetto puramente digitale!

L’istogramma è la rappresentazione grafica dell’esposizione della tua immagine.

L’estremità sinistra rappresenta il nero (valore RGB 0 sul tuo PC) e quella destra rappresenta il bianco (valore RGB 255 sul tuo PC): tre le due estremità si trovano tutti gli altri valori di luminosità.

Per ognuno di questi viene indicata la quantità di pixel (altezza delle barre) che contengono quel determinato valore.

L'istogramma della fotocamera è il tuo migliore amico quando si tratta di capire sul campo se l'immagine è correttamente esposta

L’istogramma è lo strumento che ti sarà più utile in assoluto sul campo per capire se la tua fotografia è stata correttamente esposta o meno.

Non puoi fidarti dello schermo sul retro della macchina fotografica perché ha poca risoluzione e perché la luce ambientale potrebbe impedirti di visualizzare per bene l’immagine!

Vediamo qualche esempio di istogramma per farti capire meglio come leggerlo.

Ti faccio fare una breve passeggiata per il centro di Napoli…

Questa fotografia non ha picchi di pixel a destra (sovraesposizione) mentre ne ha una certa quantità a sinistra (ad indicare le zone più scure). Contiene pixel leggibili in tutte le zone dell'istogramma. La curva è piuttosto bassa perché l'immagine è poco contrastata

Questa fotografia non ha picchi di pixel a destra (sovraesposizione) mentre ne ha una certa quantità a sinistra (ad indicare le zone più scure). Contiene pixel leggibili in tutte le zone dell’istogramma. La curva è piuttosto bassa perché l’immagine è poco contrastata

Anche in questo caso la foto non ha pixel sovra o sottoesposti (quindi è esposta correttamente) ma la curva è molto più alta dell'immagine precedente. Questa foto, infatti, è molto più contrastata!

Anche in questo caso la foto non ha pixel sovra o sottoesposti (quindi è esposta correttamente) ma la curva è molto più alta dell’immagine precedente. Questa foto, infatti, è molto più contrastata!

Questo istogramma ti dimostra come l'immagine sia ancora più contrastata della precedente (guarda che curva!) e sia anche molto più luminosa: infatti la curva è decisamente spostata sulla destra

Questo istogramma ti dimostra come l’immagine sia ancora più contrastata della precedente (guarda che curva!) e sia anche molto più luminosa: infatti la curva è decisamente spostata sulla destra

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Nota come, in questo caso, le zone in luce siano invece pochissime (il teschio) mentre la foto è ricca di ombre. L'istogramma, infatti, è fortemente spostato a sinistra

Nota come, in questo caso, le zone in luce siano invece pochissime (il teschio) mentre la foto è ricca di ombre. L’istogramma, infatti, è fortemente spostato a sinistra

Spero che la lettura del grafico ti sia ora sufficientemente chiara per iniziare ad utilizzarlo con profitto (anche se in maniera molto elementare).

Inizia a far pratica provando a fare qualche fotografia e osserva il grafico in relazione all’immagine per capire come la tua macchina fotografica legge la scena reale.

La cosa importante - a questo punto del tuo percorso - è che la curva non ESCA dal grafico nè a destra (sovraesposizione) e neppure a sinistra (sottoesposizione).

Più avanti vedremo insieme come gestire scene con luminosità estreme.

Le lezioni che seguono affronteranno esempi pratici di esposizione.

Dopo aver letto tutta questa teoria è ora di fare i compiti a casa!

Imbraccia [finalmente!] la fotocamera e prova ad esporre correttamente seguendo gli esempi e i suggerimenti delle lezioni pratiche che seguono.

Accertati tassativamente che l’istogramma delle foto che andrai a scattare non esca mai dai bordi laterali! Mi raccomando!

Buon lavoro.


Questa è la lezione [ 10 ] del corso: "foto IMperfette"



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