Mi presento


(breve biografia)

Una domanda profonda e filosofica per una presentazione leggera e semi-seria… La mia biografia in breve

Una domanda profonda e filosofica per una presentazione leggera e semi-seria… La mia biografia in breve

Nato il primo mese del 1969 (per me non fa alcuna differenza ma se per te può essere importante, sono un acquario) potrei sembrare un po’ troppo stagionato per approdate sul web ma, in realtà, questa non è la mia prima volta.

mauriziopaglia.it era stato pubblicato una dozzina di anni prima: parlava soprattutto di Linux e voleva condividere una serie di appunti (perlopiù tecnici) riguardanti il sistema operativo del pinguino che io amo e utilizzo da tempo.

Poi è arrivato mauriziopaglia.com con velleità battagliere da vero fotografo!

Peccato, era un bella vetrina ma non mi dava le soddisfazioni che stavo cercando…

Le visite erano buone. Eppure la cosa non mi piaceva.

Forse perché, tutto sommato, una vetrina fotografica pensata in quel modo era piuttosto insipida. Tante foto in fila indiana. Tante foto catalogate. Tante foto che non dicevano niente!

E poi, il sito era realizzato completamente in inglese: accessibile al mondo intero ma disperatamente freddo!

La homepage di mauriziopaglia.com

Oggi invece voglio fare qualcosa di diverso

Le mie foto devono essere viste anche da altri ma non voglio mescolarle a milioni di altre su Flickr, 500px o altri mega-depositi di immagini (già provati tutti…).

Prima di tutto le mie fotografie sono mie ovvero sono state pensate e realizzate da me e quindi devono stare tutte insieme in un unico contenitore. Tu hai le foto della nonna a casa di un amico o le foto della fidanzata insieme alle foto della mamma di tua cognata conservate a casa dello zio del tuo vicino di casa? Non credo proprio! Eppure questo è ciò che succede sui portali di fotografia…

NO, le mie fotografie devono stare nella mia scatola: tutte insieme, tutte vicine. E poi… per ogni foto voglio raccontarti una storia. E per farlo voglio usare la mia bella lingua natale: l’italiano.

Le foto possono parlare da sole (vero) ma non ti raccontano mai tutto. Una realtà in due dimensioni racchiusa in una cornice squadrata è difficile da comprendere.

Diciamo che il nostro cervello è abituato a vivere immerso in una realtà tri-dimensionale e che di cornici limitanti il mondo reale non ne ha… Quando guardo una fotografia – una qualsiasi – mi viene sempre da pensare a quello che la fotografia non ritrae. Che diavoleria si sarà inventato il fotografo? Perché ha deciso di fare quella inquadratura? Che cosa ha tolto?

Non hai mai pensato che la foto di una timida margherita potrebbe essere stata fatta nel bel mezzo di una discarica puzzolente? Eppure tu vedi la margherita e ti cattura così tanto che puoi quasi sentire il suo delicato profumo…
autoritratto allo specchio

Quindi eccomi qui: ti voglio raccontare come vengono realizzate certe immagini e soprattutto perché ho scelto un’immagine e non un’altra

Non sono un fotografo professionista. Non che questo mi faccia sentire inferiore ad altri, per carità… ci tengo a dirlo semplicemente perché a qualcuno piace saperlo. A me, invece, non interessa molto appiccicare etichette: conosco professionisti che fotografano come scimmie e scimmie che fanno ottime fotografie!

Mi piace fotografare la natura, i paesaggi, l’architettura. Ho una visione della fotografia molto classica e pittorica, quasi romantica: amo il colore anche se non disdegno di fotografare in bianco e nero.

Non fotografo quasi mai le persone e non sopporto quell’accozzaglia di immagini che viene raggruppata sotto il nome di street photography e che troppo spesso viene tirata in ballo da chi non sa fotografare affatto!

Ma la cosa che mi piace fare di più è SPERIMENTARE.

Preferisco operare in solitaria con tutto il tempo che mi serve per riflettere sull’inquadratura e sulle impostazioni della macchina. Mi piace l’uso del cavalletto e sono affascinato dai tempi di scatto lunghi: più tempo l’otturatore può rimanere aperto e più tempo la macchina avrà per indagare la scena.

Ho già detto che non amo le etichette (e meno ancora chi te le appioppa…). Non mi sento parte di nessuna categoria.

Tanti amano definirsi fotografi paesaggisti, ritrattisti, street photograpers e chi più ne ha più ne metta.

Io non sono nessuno di questi.

Se proprio devo darmi una definizione (e userò l’inglese che fa tanto figo) allora sono un Queer Photographer.

Ora però basta chiacchiere!

Grazie ancora per esserti fermato qui, mettiti comodo e vai al blog.

Se invece hai voglia di soffermarti su di un’immagine particolare puoi sfogliare la raccolta dei progetti.

Questa pubblicazione è gratuita e tale rimarrà.

Ma se trovi una fotografia che ti piace in modo particolare la puoi acquistare.

Buon divertimento!

Maurizio

Leggi il mio CV fotografico