Dimenticatemi!

Pubblicato da Maurizio il 10/05/2021
Aggiornato il 01/12/2022
Tempo di lettura, circa 4 minuti

nemo

Questa parola gira nella mente da tanto tempo.

Quando Enzo Biagi chiese ad Enzo Ferrari - in una delle sue ultime interviste - come avrebbe voluto essere ricordato, il grande vecchio rispose laconico e tagliente come sempre:

Dimenticatemi!

Qualcuno ha l’assillo di essere ricordato in un qualche modo, di lasciare una traccia, una testimonianza del suo passaggio sulla terra.

Altri non se ne curano.

una via chiusa

Teodoro sta lavorando da casa. É collegato con il suo PC attraverso quella rete che aveva preso per divertirsi e che ora usa per lavorare.

Nell’appartamento di fianco stanno forando il muro con un trapano a percussione.

Il rumore del trapano che sgretola il sottile strato di intonaco e poi affonda nel corpo dei mattoni non è esageratamente alto ma, a forza di sentirlo, diventa molto fastidioso e rende difficoltosa la concentrazione.

Teo ha già qualche problema di concentrazione. Quando ti ritrovi a dover fare cose inutili, ripetitive, cose scartate da altri che non le vogliono fare (quindi toccano a te) dalla mattina alla sera non puoi essere molto concentrato…

Il trapano fora. E poi fora. E poi fora di nuovo.

Cosa starà facendo?

E poi altri fori. E poi altri ancora.

Speriamo che non venga giù il muro!

Questo fastidio non è niente rispetto a quando - una volta tanti anni fa - sul posto di lavoro si stavano facendo operazioni di allargamento degli uffici e Teodoro (allora aveva forse 25 anni o giù di lì) si prestò a lavorare per giorni interi con i tappi nelle orecchie e un martello pneumatico che, per almeno otto ore al giorno, demoliva il muro alle sue spalle.

Mi sono sempre fatto mettere i piedi in testa… da chiunque… accetto sempre di fare qualunque cosa!

Oggi è questo il pensiero che lo assilla e che - come tutti i pensieri negativi - non riesce a scacciare.

una via chiusa

Le negatività - per Teo - sono come l’olio versato sull’acqua. Ne basta una piccola quantità ma questa si espande e ricopre tutto! Il resto rimane sotto. Se provi a rimescolare il tutto l’olio si concentra in piccole bollicine e si muove lento all’interno dell’acqua come piccole cellule cancerogene. Si muovono verso la superficie, si ritrovano, si ricompongono e - presto - ricoprono di nuovo tutto.

Se decidi, invece, di versare via tutto quanto - olio e acqua - questo rimane in parte appiccicato ai bordi del contenitore pronto ad inquinare di nuovo ciò che arriverà.

Mi faccio mettere i piedi in testa da tutti. Mi faccio prendere per il culo da chiunque.

Pensa a qualche episodio passato: qualcuno che ha fatto il furbo e gli è passato davanti in coda ad uno sportello. Qualcuno che non ha dato la precedenza in strada e gli ha pure fatto un gesto stizzito dal finestrino, qualcuno che gli ha raccontato una bugia a proprio favore (tanto Teo mica andrà a farglielo presente!).

Non c’è neppure bisogno di scomodare un aggettivo che Teodoro sente infinitamente lontano da sè: coraggioso.

Non serve nessun tipo di coraggio per far presente ad un tizio qualunque che è disonestamente passato davanti alla fila. Eppure Teo non apre mai bocca.

Preferisce rimanere al suo posto. Silenzioso come sempre. Invisibile.

Dimenticatemi!

Non può dire di essere una persona infelice. Quando è chiuso dentro casa sua sta benone, così come quando è chiuso dentro la sua testa.

Il problema sono gli altri. Il prossimo.

Ha una certa diffidenza degli altri, a volte una certa paura, spesso una decisa repulsione.

Lui è uno di quelli che passa dall’altro lato della strada se non vuole incontrare qualcuno. Oppure finge di non vedere una faccia conosciuta a pochi centimetri dalla sua. Non si lamenta se qualcuno si sbaglia a dargli il resto, non lo verifica neppure.

una via aperta

Era un ragazzo quando un signore di mezza età che effettuava massaggi in casa propria (metà stregone e metà evasore) gli prese le mani, le toccò piano, e disse a voce alta, in modo che sentissero tutti i presenti:

Tu non sarai mai felice nella tua vita

Forse lo stregone che si faceva beffe del fisco aveva ragione.

Forse Teo, che pensa di essere una persona normale come tanti altri, non sarà mai felice in vita sua.

Forse non è neppure adatto a mandare avanti una famiglia con dei figli.

Chissà mai che cosa potrà insegnare ai suoi figli una persona infelice ed invisibile.

Già viviamo in un mondo di merda… ci manca solo che mi ci metta anche io a complicare loro le cose!

E sua moglie?

Ha fatto bene ad andarsene. Almeno entrambi possono riflettere con calma sul loro futuro: tornare insieme oppure no.

Teo inizia a pensare che il problema potrebbe essere risolto alla radice se lui non ci fosse più.

Perchè la moglie non torna a casa - nella sua casa - con i figli e invece se ne va lui?

Se ne va altrove (dove?) a fare qualcosa (cosa?).

Meglio non fare altri danni.

Meglio non insistere.

Non voglio continuare a far soffrire delle persone.

Dimenticatemi!

Questo è il capitolo [ 11 ] della serie: "la Bolla"



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