Teodoro sbadiglia quando si sveglia alla mattina e continua per tutto il giorno. Ha sempre sonno.
Il suo smartwatch (Teo è fissato con la precisione e il controllo) dice che la notte scorsa ha dormito nove ore e dodici minuti.
Eppure lui non vede l’ora di potersi coricare e dormire.
Tutti tendiamo a pensare che i problemi e le preoccupazioni causino la perdita del sonno. Ci immaginiamo nottambuli in pigiama camminare per casa struggendoci nei nostri pensieri.
Teodoro, invece, dorme e dormirebbe sempre più.
Il suo sonno è greve e buio. Senza incubi (altro stereotipo) e senza sogni.
Si addormenta improvvisamente. Non sente più Morfeo avvicinarsi e cullarlo. Non avverte più gli arti rilassarsi mentre tutto il resto del corpo diventa impalpabile. Cade nel sonno e basta.
La mattina la sveglia lo riporta alla realtà.
Il risveglio è sempre più difficile.
Teo è molto stanco.
Non vorrebbe andare al lavoro. Che noia. Che colleghi pesanti. Che attività inutile.
Non vorrebbe neppure restare a casa.
Vorrebbe solo girarsi sull’altro fianco e riprendere a dormire. Fuori fa freddo ed è ancora buio. Che fortuna che hanno gli animali che vanno in letargo e dormono settimane intere!
Una sera si addormenta con un pensiero.
Non sarebbe così male, se domani mattina non mi svegliassi più.
Poi il pensiero diventa ricorrente.
E poi diventa un pensiero fisso.
La sua particolare preghiera prima di addormentarsi ogni sera.
Devo andare dal medico… ho bisogno di qualcosa che mi tiri un po’ su…
Un mattino si decide e manda un messaggio al suo medico curante.