Gli antichi esploratori navigavano con bussola e sestante (e mappe molto approssimative) in mari sconosciuti popolati da mostri leggendari.
I mostri di Teodoro sono nella sua testa e la navigazione viene fatta senza alcuno strumento.
Le acque sono a volte calmissime, senza un filo di vento, e lui se ne resta lì a galleggiare immobile.
Altre volte si scatenano tempeste furiose con buio assoluto e onde che lo sommergono e lo costringono a dare vigorose bracciate per riuscire a respirare.
L’orizzonte è piatto in ogni direzione e, in ogni direzione, non si vede la terraferma.
A volte sembra di scorgere la terra in lontananza. La prua della nave viene rivolta in quella direzione poi ci si accorge che i lontani rilievi montuosi non sono altro che nuvole.
Un paio di volte la terra non si è rivelata un miraggio ma, avvicinandosi alle coste alte e rocciose, ha scorto indigeni primitivi e cannibali ed ha diretto quindi la sua nave di nuovo in mare aperto.
Perchè non riesce a tornare più a terra?
Non ha mai gradito molto l’acqua profonda. Ora riesce a stare a galla, nuota goffamente, ma da piccolo una manovra avventata del suo istruttore di nuoto gli aveva provocato una vera e propria repulsione verso l’acqua. Probabilmente non era successo niente di particolare. Probabilmente altri (in effetti tutti gli altri suoi compagni di corso lo avevano fatto) avrebbero reagito in modo diverso. Lui aveva temuto di annegare. Erano stati forse dieci o venti secondi al massimo ma a lui era sembrata un’eternità. E pensava di dover morire annegato.
Adesso la sua vita è uno sconfinato mare calmo senza terraferma in nessuna direzione.
Gli eventi quotidiani, le altre persone, il lavoro, sono tutte onde più o meno alte che vogliono farlo annegare.
Non ci sono più punti di riferimento.
La navigazione è resa ancora più difficile dalle correnti.
Alcune sono fredde e violente e lo spostano di chilometri senza possibilità di contrastarle.
Altre sono calde e lente. Quasi piacevoli. Ma lo dirottano in ogni caso, senza che lui ne abbia coscienza, avvolto da quel calore umido che ci ricorda l’ambiente protetto nel quale abbiamo vissuto prima di venire al mondo.
I farmaci continuano a scendere nello stomaco con estrema regolarità.
Sono loro a fargli vedere qualche sprazzo di luce?
E quando le nuvole nascondono completamente il sole?
Di chi è la colpa?
Sì, perchè Teodoro è ancora alla ricerca di un responsabile per tutto questo.
Sempre che un responsabile ci sia…
Qualche bolla affiora ancora dall’acqua torbida e limacciosa nella quale si sente immerso. Avanti così. Finchè le bolle tornano a galla significa che qualcosa sta succedendo. Qualcosa sul fondo si sta muovendo.
L’ambiente non è certo piacevole.
Acqua fangosa, insetti a non finire e l’odore dolciastro del marciume.