Alla stregua di uno scrittore, anche il fotografo dovrebbe decidere innanzitutto che cosa vuole raccontare.
Un progetto fotografico dovrebbe infatti avere un filo conduttore che non disorienti l’osservatore e che renda il progetto - per l’appunto - un progetto!
Le scelte che potrai fare sono praticamente infinite.
Una delle prime, ad esempio, a cui tutti pensano è quella del colore o del bianco e nero.
Oppure potresti decidere di usare solamente una lunghezza focale, oppure di fotografare solo con il flash (o il contrario), oppure… insomma hai di fronte a te una marea di scelte.
Attenzione però!
Non potrai limitare le tue scelte solamente agli aspetti tecnici (questa è solo una piccola parte) ma dovrai tirare in ballo anche qualcosa di più personale: che cosa voglio raccontare?
Ovvero, la tecnica mi aiuterà con la confezione ma la prima cosa di cui preoccuparsi è il contenuto!
Uno dei miei più cari amici suona il violino (molto bene, peraltro) in un’orchestra da camera (potete trovare la loro pagina FB cliccando QUI).
Chiamati per un concerto a Verona mi hanno invitato per fare qualche foto quindi mi sono trovato a dover decidere che cosa raccontare.
Le classiche foto con il pullman, la strada, tutti i musicisti in gruppo, ecc.? No, non volevo documentare una gita.
Il reportage ufficiale con i musicisti in abito da sera? No, troppo complesso da organizzare e con troppe difficoltà tecniche (luci in primis) per un fotografo solo.
Allora scattavo con la mia prima macchina digitale; una modestissima Nikon D3100 con un obiettivo molto economico e terribilmente buio (f3,5-5,6).
In questo caso, quindi, i limiti tecnici hanno quindi guidato la mia scelta riguardo il contenitore. Ho deciso di fare foto in bianco e nero e di accentuare il forte rumore digitale (che avrei sicuramente avuto a causa dell’ambiente buio) trasformandolo in una grana molto visibile.
Per quanto riguarda il contenuto, invece, ho fatto una scelta decisa verso l’aspetto artistico piuttosto che quello documentaristico. D’altra parte la musica non è forse una delle forme più elevate di arte?
Avremmo ascoltato musica quindi ho deciso di raccontare come viene prodotta la musica.
Dal momento che la musica è qualcosa di molto personale, le fotografie sono state fatte durante le prove del concerto. I musicisti non indossano gli abiti di scena ma sono tutti in borghese quindi in una dimensione assolutamente familiare e disinvolta verso la loro passione: la musica, appunto.
Ho sfruttato solamente la luce naturale (peraltro piuttosto scarsa) per non infastidire nessuno; il flash è rimasto chiuso nel mio zaino. Volevo potermi muovere tra di loro leggero ed invisibile come un animale notturno. Volevo poterli riprendere naturalmente, a loro agio con i loro strumenti, fuori dalla tensione dell’esibizione.
Durante le prove per il concerto, inoltre, anche io non avrei avuto nessun tipo di ansia, nessun problema a muovermi tra di loro (tanto il pubblico non ci sarebbe stato!), di avvicinarmi e allontanarmi a mio piacimento, senza il timore di disturbare nessuno.
Avrei avuto tutto il tempo di studiare le inquadrature, di provare tempi e diaframmi, di vivere per qualche ora la vita di un musicista (la loro vera vita non è racchiusa in due ore frenetiche di concerto ma in lunghe giornate di studio).
Così, in punta di piedi, sono riuscito a portarmi a casa ciò che volevo.
Penso di aver catturato l’essenza primitiva della musica che è composta da singole note.
Ogni immagine, infatti, ha potuto catturare solo ed esclusivamente una singola nota. In quell’istante il cervello, i nervi e i muscoli del musicista erano concentrati su di un’unica nota.
Ora so già che - se sei un perfezionista - vorrai farmi notare che ci sono due fotografie con strumenti che non suonano quindi la mia storiella delle note va a farsi friggere…
Questa osservazione è verissima ma ricorda che la musica è fatta anche di silenzi.
Così come la fotografia è fatta anche di vuoto e di buio.