L’ombra della luce

Pubblicato da Maurizio il 18/09/2023
Aggiornato il 02/01/2024
Tempo di lettura, circa 3 minuti

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Se conosci La Bolla avrai notato che il sottotitolo è stato cambiato.

Il vecchio la storia di Teodoro ha lasciato il posto a l’ombra della luce.

Perchè?

Ti racconto dall’inizio!

L’ombra della luce è il titolo di una canzone di Franco Battiato, artista che ho sempre apprezzato.

Un pomeriggio ho sentito per radio (che combinazione… la radio io non l’ascolto praticamente mai…) uno che diceva che la cura, altra composizione di Battiato, è la più bella canzone d’amore mai scritta.

Che sia la più bella non lo so. Che sia una canzone d’amore non ci piove.

Ma che cos’è per la gente una canzone d’amore? Una canzone che parla di amore, solitamente, tra innamorati. Un lui o una lei scrivono qualcosa che parla di un altro lui o di un’altra lei.

Ascoltando la cura è però ovvio che la canzone potrebbe avere anche altri destinatari (oltre, appunto, all’altra nostra metà). Ad un certo punto del brano si avverte chiaramente un suono che richiama in modo molto chiaro il pianto di un bimbo.

Quindi si tratta di un testo scritto da un genitore per il proprio figlio o figlia?

Può essere… ma ascoltandola di nuovo e allargando il tiro potrebbe andare bene anche come dedica ad un altro parente meno prossimo ma ugualmente amato. Oppure ad un’importante amicizia. Perchè no?

Ma se, invece di allargare il tiro, lo stringiamo notiamo che potrebbe calzare a pennello anche per una persona a cui si pensa raramente.

IO

graffito su muro

La canzone parla anche a noi stessi.

Mi voglio prendere cura di me.

Una delle cose più sbalorditive dei testi di Battiato è questo essere universali.

Non intendo l’universalità degli argomenti (l’amore è un tema decisamente universale) ma piuttosto dell’adattamento a diversi luoghi, a diversi tempi e a diversi destinatari.

Se ci pensi bene questo è anche un obiettivo che tanti fotografi tentano di raggiungere.

Passando da la cura a l’ombra della luce l’argomento non cambia tantissimo ma, in questo caso, sembra molto evidente che Battiato faccia riferimento ad un aiuto divino.

Ricordo bene che - dopo la sua pubblicazione - un gruppo di suore dichiarò che la loro preghiera prima della notte era accompagnata da questa canzone.

Ma ci possiamo fermare qui?

Difendimi dalle forze contrarie…

Non mi abbandonare mai…

Riportami nelle zone più alte…

Come non sprecare il tempo che mi rimane…

Perchè la pace che ho sentito in certi monasteri

o la vibrante intesa di tutti i sensi in festa

sono solo l’ombra della luce

Ci possiamo fermare davvero qui?

Non potrebbe questo essere un appello rivolto a se stessi? Alla parte più alta di noi? A quella più raffinata?

Non potremmo essere NOI la luce?

Non potremmo essere sempre NOI (purtroppo) anche l’ombra?

Tutto questo mi sembra perfettamente calzante con quello che la storia di Teodoro racconta.

Calzante con quello che ognuno di noi può essere quando sta bene e quando sta meno bene.

Con le nostre debolezze, con i nostri difetti, con la nostra [apparente?] dualità.

IO ODIO, IO AMO.



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