Un altro progetto da fare restando in casa.
Quando pensai Linee ed Angoli lo feci per dimostrare che con una mezzora di tempo e una bella giornata di sole era possibile realizzare un mini-progetto senza dover uscire dalla porta di casa.
Oggi, invece, aggiungiamo una luce flash (rigorosamente staccata dalla fotocamera) e proviamo a fotografare un oggetto che abbiamo in casa e che vediamo tutti i giorni con lo scopo di ottenere qualcosa di interessante.
I risultati non sono affatto scontati.
La mia scelta è stata quella di usare il lampeggiatore alla minima potenza cercando di utilizzarlo per evidenziare solo dei piccoli particolari lasciando il resto della scena in ombra.
Una volta visti i risultati a video ho deciso inoltre di applicare una colorazione classica holliwoodiana inserendo il blu nelle ombre e il giallo nelle luci per dare un tocco di noir.
Vediamo che cosa è successo!
Ovviamente uno dei segreti (anche se non tanto segreti) per raccontare un oggetto senza svelarlo immediatamente consiste nell’avvicinarsi per riprendere dei particolari.
Nell’immagine qui sopra ho usato una luce radente e molto debole per evidenziare la superficie dei materiali.
Notate bene come a sinistra si veda appena un riflesso che è sufficiente a far capire all’osservatore che lì non c’è il vuoto ma qualcosa che si nasconde nella penombra.
Simile all’immagine precedente, in questo caso gli oggetti misteriosi diventano due.
La luce è più o meno la stessa ma lo spazio buio aumenta.
Notate l’uso della messa a fuoco che è stato fatto sulla parte posteriore dell’immagine e non sul primo piano come ci aspetteremmo.
Non pensate che il fuoco debba essere sempre preso sul primo piano perché è lo sfondo a dover essere sfocato! Ribaltando il concetto si ottiene un’immagine che cattura perché il nostro cervello passa più volte da un bullone all’altro prima di osservare l’immagine nel suo complesso.
Questa immagine è sempre stata realizzata sulla falsariga di quelle precedenti ma l’attenzione verso gli oggetti in penombra viene guidata utilizzando lo spazio negativo.
Non è sempre necessario riempire l’inquadratura fino all’inverosimile.
Fate respirare le vostre immagini!
In questo caso è proprio lo spazio buio e vuoto che impone ai nostri occhi di spostarsi a sinistra.
Di nuovo gli oggetti maggiormente visibili sono sempre i bulloni cromati ma il fuoco è stato fatto su quello in primissimo piano e inquadrato in basso a sinistra.
Notate che non è stata usata una classica regola dei terzi! Lo spostamento del bullone in primo piano verso il bordo estremo dell’immagine (unito alla spinta data dallo spazio negativo) obbliga il cervello a guardare proprio qui per poi procedere, in passi successivi, verso il secondo e il terzo bullone che sono sempre più sfocati.
Tre immagini dello stesso particolare ma che lo presentano in modo molto diverso… niente male!
Ora però cambiamo punto di vista
Vivendo in un mondo tridimensionale ricordiamo sempre che ogni oggetto ha tanti punti di vista incluso uno che - dal punto di vista dell’osservatore - rimane completamente nascosto.
Il buio delle immagini precedenti nascondeva completamente questo aspetto!
Dietro le forme dolcemente curvilinee delle prime immagini si celava un sistema complesso di tubi, viti, raccordi e cavi.
Dal momento che l’osservatore ha già visto in precedenza l’oggetto curvo, lo lasciamo sfocato (ma ben riconoscibile) in secondo piano e focalizziamo l’attenzione sul primo piano.
Questa è un’immagine di rottura completa rispetto alle altre sia perché presentiamo qualcosa che prima non si vedeva ma anche perché passiamo da tre immagini formalmente molto semplici, pulite ed essenziali ad una assolutamente caotica!
Molti avranno sicuramente già capito di che oggetto si tratta, altri no.
Aggiungiamo quindi un’ultima immagine all’interno della quale mettiamo un particolare rivelatore…
Cosa è cambiato da prima?
Abbiamo escluso molta confusione stringendo l’inquadratura e spostando la messa a fuoco dalla struttura tubolare in primo piano portandola nuovamente sul nostro oggetto misterioso.
Abbiamo poi incluso - perfettamente illuminata - un’etichetta che potrebbe essere la didascalia della nostra foto e che dovrebbe svelare senza possibilità di dubbio l’oggetto alieno che mi sono divertito a riprendere!
Attenzione però: il mistero potrebbe rimanere o - addirittura - farsi ancora più fitto. Siete proprio sicuri che chiunque sappia interpretare la scritta sull’etichetta?
A volte la fotografia può essere interpretata anche se per voi ha un significato molto chiaro ed inequivocabile!
Tenetelo sempre in mente.