Una delle domande che ognuno di noi si è posto almeno una volta è questa.
Veramente siamo soli nell’universo?
Io non so se oggi ci siano ancora tante persone a chiedersi queste cose.
Forse io sono un romantico fuori moda ancora alla ricerca di cose banali mentre gli uomini moderni si occupano di carriera, denaro e successo e discutono con grande competenza dell’ultimo importante evento sportivo sorseggiando un aperitivo colorato in un locale trendy… non saprei.
Forse siamo tutti un po’ distratti dalla nostra interiorità da uno stile di vita che preferisce la fretta, la leggerezza e, subito dopo, l’oblio.
Eppure, sopra la tua testa, puoi osservare qualcosa di antichissimo. Di preistorico, addirittura. Qualcosa che anche i nostri avi più remoti guardavano e vedevano [non proprio esattamente] uguale ad oggi. Il cielo.
In questo caso non parlo di albe e tramonti ma del cielo notturno.
Purtroppo noi uomini moderni sorseggianti aperitivi colorati soffriamo di un grosso problema che i nostri nonni non avevano: l’inquinamento luminoso.
Non riusciamo più a vedere se non le stelle più brillanti. Pochissimi tenui bagliori sullo sfondo di un cielo lattiginoso a causa della fortissima illuminazione che - da terra - viene diffusa un po’ ovunque.
Fortunatamente non molto lontano dalla mia città ho il privilegio di avere due luoghi di osservazione eccezionali!
Uno di questi è la Pietra di Bismantova che può essere considerata quasi un santuario sotto molti punti di vista.
Però la mia prima Via Lattea ho deciso di fotografarla dal secondo, ovvero dal Lago Calamone.
La passeggiata per raggiungere il luogo è tutto sommato breve e semplicissima. La fatica fisica è minima e il piccolo lago è veramente raggiungibile da tutti, anche con prole al seguito.
Al tuo arrivo dovrai spegnere ogni tipo di luce (incluso il cellulare!!) e dovrai utilizzare per muoverti solo una tenue luce rossa che non riuscirà a rovinare la tua preziosa rodopsina.
Dovrai avere la pazienza di attendere un po’ di tempo al buio affinchè l’occhio si predisponga alla visione notturna (per raggiungere il massimo occorrono non più di venti minuti) ed avrai la possibilità di vedere un cielo stellato come non hai mai visto da casa tua neppure nelle notti più terse.
A proposito… pianifica per bene l’uscita e scegli una notte senza luna perché la luce lunare è molto più intensa di quanto non sembri e renderà invisibili milioni di stelle lontanissime!
Avrai così modo di notare che l’universo non è un luogo buio come siamo portati a pensare ma LUMINOSISSIMO.
Capirai anche perché la nostra costellazione si chiama Via Lattea.
Con il trascorrere del tempo i tuoi occhi si abitueranno sempre più all’oscurità terrena e vedranno quindi sempre meglio la luce stellare.
Scoprirai allora - piano piano - che se da casa il cielo stellato ti sembra il classico velo con qualche lampadina appuntata qui e là, in realtà è completamente diverso.
L’universo acquista tridimensionalità, profondità e quando ti sincronizzerai con il suo respiro ne coglierai l’immensità! Osserva stando seduto per terra perché, improvvisamente, verrai colto da vertigini!
Ti sembrerà di guardare nel fondo di un baratro infinito (che, comunque, è esattamente quello che stai facendo!).
Nella foto, in basso a sinistra, è ben riconoscibile il pianeta Marte.
La nuvola rossastra che si vede in alto era assolutamente invisibile ad occhio nudo ma ha disegnato (che colpo di fortuna!) la testa di un antico rettile che ha come collo la Via Lattea stessa. L’occhio del rettile è la stella Altair.
A volte lo sviluppo di un negativo (sebbene digitale) può comunque riservare sorprese emozionanti…
Per non avere la parte bassa della fotografia completamente nera ho utilizzato (sulla sinistra) le luci del rifugio Venusta e, sulla destra, ho chiesto a mia moglie di illuminare con la torcia l’isolotto centrale che, in questo modo, rende ben riconoscibile il luogo.