Mi viene chiesto di scattare delle fotografie all’interno dell’area del concerto per documentare l’assistenza sanitaria: vengo quindi accreditato ad entrare come fotografo con la possibilità di poter accedere a tutta l’area del concerto (ad eccezione del palco).
Penso di avere tutto il tempo per scattare sia le foto su commissione che qualcosa da tenere per me.
Il concerto è stato un evento eccezionale per la nostra piccola città. All’interno della cinta muraria (per così dire) risiedono poco più di 200.000 persone e al Campovolo ne erano attese poco di meno (180.000 circa).
Questo è uno dei motivi per cui mi era stato chiesto di documentare l’organizzazione sanitaria in loco.
Vi racconto, dunque, la mia giornata all’interno dell’area del Campovolo di Reggio Emilia il 15/09/2015.
La prima cosa che ti colpisce è il dispiegamento di forze messo in piedi dall’organizzazione. Non parlo del personale dislocato sul prato (che è numeroso ma poco visibile e sparpagliato su di un’area molto vasta) ma della cittadella di container azzurri ben allineati che contengono gli uffici e le sale controllo di tutto il personale attivo. Da qui si organizza e si verifica tutto: dalle trasmissioni radio agli approvvigionamenti alimentari, dalla sicurezza delle persone a quella dei mezzi e degli impianti.
La prima cosa che ti colpisce è il dispiegamento di forze messo in piedi dall’organizzazione. Non parlo del personale dislocato sul prato (che è numeroso ma poco visibile e sparpagliato su di un’area molto vasta) ma della cittadella di container azzurri ben allineati che contengono gli uffici e le sale controllo di tutto il personale attivo. Da qui si organizza e si verifica tutto: dalle trasmissioni radio agli approvvigionamenti alimentari, dalla sicurezza delle persone a quella dei mezzi e degli impianti.
Forze dell’ordine, vigili del fuoco, medici ed infermieri, meccanici, facchini, tecnici ed esperti delle discipline più disparate, elettricisti, idraulici, piloti di droni, saldatori, autisti, ecc.
L’enorme sagoma del palco nasconde tutto alla vista del pubblico.
Fin dalle prime ore del pomeriggio vengo chiamato da diversi ragazzi che chiedono di essere fotografati.
Sono qui da tempo e vi rimarranno ancora a lungo! I tempi per un afflusso tranquillo e sicuro sono lunghissimi e i più accaniti si sono presentati puntuali alle prime luci dell’alba!
Non mi chiedono di essere fotografati per poi avere una copia della foto (cosa che sarebbe comunque impossibile). Mi chiedono una fotografia e basta.
Perché?
Forse solo per il desiderio di avere una testimonianza reale della loro presenza ad un evento così eccezionale?
Il mio pass mi da la possibilità di salire - con le dovute attenzioni - sopra il portale metallico che permette l’accesso all’area vera e propria del concerto.
Reggio Emilia è una piccola città ma il Campovolo è comunque un aeroporto quindi un’area molto vasta che ha permesso di affiancare al concerto tutta una serie di attività collaterali: negozi a non finire, bar e ristoranti e un luna park.
La vista dall’alto è incredibile. La massa umana si muove come un denso fluido composto di infinite particelle colorate. Le persone continuano ad affluire a piccoli gruppi senza sosta e l’organismo colorato li fagocita piano piano.
Scendendo dal portale posso riprendere una scena un po’ più ravvicinata che rende meglio l’idea delle particelle che compongono questo immenso essere vivente.
Ormai sono solo a pochi metri da terra e posso vedere i singoli elementi che compongono il colorato e mormorante organismo che per una giornata abiterà al Campovolo.
C’è chi si riposa, chi scambia qualche chiacchiera, chi si ristora dal gran caldo o inganna il tempo improvvisando una partita a carte sull’asciugamano.
Il pomeriggio volge al termine. Il calore comincia ad essere più sopportabile.
Sebbene l’ora di inizio del concerto si avvicini sempre più, qualcuno si attarda ancora sulla ruota panoramica. In fondo li capisco perché la vista dall’alto è unica! e poi… ormai non è proprio più possibile avvicinarsi a meno di 3/400 metri dal palco…
La struttura è enorme e il maxi schermo che rilancerà le immagini degli artisti è più grande di un campo da calcio eppure chi ha deciso di rimanere ai margini lo vedrà grande come lo schermo del proprio smartphone!
Come spiegavo l’area dell’aeroporto è molto vasta quindi gli organizzatori hanno permesso l’introduzione delle biciclette.
Questa cosa mi è molto piaciuta e rende bene l’atmosfera di festa e amicizia che si respira ad un grosso concerto rock. Alla faccia di altre manifestazioni alle quali non si può introdurre neppure una bottiglietta d’acqua!
I margini del prato erano costellati da gruppi isolati di famiglie con figli piccoli al seguito che sembravano divertirsi molto.
Il sole inizia a tramontare.
Gli ultimi arrivati attraversano i percorsi obbligati per entrare nell’area dello spettacolo.
Decine di migliaia di piedi che strisciano sulla terra secca sollevano nuvole di polvere ma nessuno si lamenta. Il vociare è un suono di sottofondo continuo.
Anche il personale di servizio mi chiede insistentemente di farsi fotografare mentre porta un cartone di birra al proprio punto di ristoro.
Ti chiamano e ti urlano “mi fai una foto?!”
Si mettono in posa, sorridono e aspettano un mio gesto che confermi la ‘buona riuscita’ della ripresa. Poi ti ringraziano e tornano alla loro festa.
Senza che tu abbia fatto niente di utile per loro. Senza che tu abbia promesso loro di fargli avere la fotografia. Del resto… come sarebbe possibile? Ma ormai scatto senza più chiedermi alcun perché.
Il pubblico inizia a fremere.
Ormai il sole è completamente sceso sotto l’orizzonte.
L’aria si fa più fresca e reinfonde energia a tutti.
In questo caso mi sono divertito a riprendere questi ragazzi che sembra vogliano fotografarsi a vicenda.
Il palco è una struttura enorme, tirato su in una manciata di giorni da montatori/acrobati che hanno assemblato migliaia di componenti con una sconcertante disinvoltura.
Visto di fianco mi ricorda una macchina enorme degna dei film di George Lucas.
Il fronte colorato, costellato di luci ammiccanti, i maxischermi e il retro meccanico, grezzo, scheletrico.
Che la festa abbia inizio!
La star sembra accogliere con un abbraccio la folla di fans arrivati per ascoltarlo e cantare con lui.
Gli schermi illuminano il Campovolo a giorno. Il suono in prossimità delle torri audio (dove sono costretto a passare per muovermi da una zona all’altra dell’area) è fisicamente intollerabile. Ogni nota crea uno spostamento d’aria ben avvertibile già a diversi metri di distanza.
Tutto finisce. Mentre il concerto procede io abbandono l’area per non restare imbottigliato. La giornata è stata già molto pesante.
La musica suona, le luci brillano.
Il concerto volge alla parte finale.
Sono soddisfatto.
Ho ciò che mi è stato commissionato e ho qualcosa che mi porterò a casa come ricordo di questa incredibile giornata vissuta dietro le quinte di un grande spettacolo.