In questo breve articolo vorrei parlare di sfondo e di primo piano.
Come spesso mi capita me la prendo con i numerosi tutorial online, le raccomandazioni di sedicenti maestri o professionisti della fotocamera e le solite regoline trite e ritrite.
L’idea di scrivere arriva dopo un semplicissimo servizio fotografico nel quale mi è stato chiesto di fare un veloce ritratto ambientato ad una persona.
Mi raccomando apri bene il diaframma così sfochi lo sfondo!
E io che - pieno di buona volontà - mi ero portato il flash!
Perché il punto è questo: non è assolutamente vero che per separare il soggetto dallo sfondo serve aprire il diaframma per sfocare. Tra l’altro, a volte, la conformazione dell’ambiente ve lo impedisce proprio…
L’apertura del diaframma è solo UN modo per raggiungere il risultato ed è anche quello più fragile perché se lo sfondo è brutto e disordinato potete sfocare finchè volete: otterrete solo uno sfondo brutto e disordinato (ma sfocato).
Questa immagine è stata scattata in occasione di una fiera di paese.
Per staccare Nuit Blanche da uno sfondo insulso ed ingombro di materiale accatastato non è bastato sfocare! Ho dovuto applicare un ritaglio notevole e utilizzare un effetto di luce diffusa alquanto discutibile.
Ciò nonostante gran parte del materiale che ingombrava lo sfondo è sempre lì, ben visibile. E l’immagine in sè, pesantemente manipolata, presenta grossi difetti dovuti proprio alla post-produzione troppo spinta.
A mio parere, il metodo migliore per separare nettamente il soggetto dallo sfondo è la luce!
Iniziamo con un esempio piuttosto banale dato che chiunque di voi ha sicuramente fotografato una situazione del genere. Il soggetto è in ombra e, se si espone per l’ambiente illuminato, si ottiene questo risultato.
Benchè l’esempio sia banale è fuori discussione che questa modalità è eccellente per far risaltare in modo molto marcato il soggetto rispetto allo sfondo!
Ovviamente si può fare anche il contrario.
In questo caso l’artista è illuminato dalle luci del palcoscenico mentre lo sfondo è naturalmente buio. Le foto di ritratto con sfondo nero sono abbastanza classiche e diffuse e la dominanza di toni scuri le rende anche molto eleganti.
Se vi trovate a dover fare un ritratto ambientato (ovvero un ritratto che deve comprendere anche uno sfondo leggibile) potete usare l’illuminazione a vostro vantaggio per ottenere qualcosa di veramente interessante.
Perché, dunque, io avevo portato con me il flash?
Scattando in manuale con il flash avete la possibilità di fare una doppia esposizione:
- Una per il soggetto
- Una per lo sfondo
Dal momento che il lampo del flash è rapidissimo questo tipo di illuminazione non viene influenzata dal tempo di scatto della macchina fotografica.
Quindi potete regolare l’esposizione della luce ambiente con la ghiera dei tempi e quella del flash con la ghiera del diaframma.
Il concetto è veramente semplice anche se occorre un po’ di tempo per sfruttarlo per bene.
Qui sotto un’immagine che dovrebbe chiarire maggiormente il concetto della doppia esposizione.
Ho impostato una coppia tempo/diaframma sufficiente per avere la cima degli alberi correttamente esposta e per poter ruotare con il fine di ottenere un buon effetto di mosso. Il rametto in primo piano è stato invece illuminato dal lampo del flash sincronizzato sulla seconda tendina.
Se volete approfondire l’argomento vi consiglio il sito Strobist che è un po’ il punto di riferimento per chi vuole sperimentare questa tecnica.
Se avete difficoltà con l’inglese date un’occhiata invece al sito di Stefano Tealdi e, in particolare, al suo canale su YouTube ricco di esempi più o meno complessi.
E poi c’è un altro modo di usare la luce per staccare il vostro soggetto dallo sfondo.
Utilizzando luce e colore avete la possibilità di focalizzare l’attenzione in modo deciso ma naturale, senza artifici.
Questo tipo di fotografia non è facilissima e non può essere realizzata in ogni occasione. Servono caratteristiche ambientali particolari e una buona padronanza della vostra fotocamera (non dovete avere dubbi nel regolare l’esposizione).
Credo che il maestro incontrastato di questa tipologia di immagine sia stato Luigi Ghirri. Ghirri amava particolarmente questo tipo di tecnica perché trovava banale (e alla portata di chiunque) l’uso dello sfocato mentre sollecitava i suoi allievi a cercare sempre nuove strade.
I risultati che potete ottenere con questa tecnica sono notevoli quindi, come sempre, non fermatevi al primo risultato che Google vi propone… sperimentate, sbagliate e sperimentate di nuovo!