Posso dire di essere un fotografo?

Pubblicato da Maurizio il 03/06/2019
Aggiornato il 27/12/2022
Tempo di lettura, circa 5 minuti

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L’altra mattina, mentre strappavo erbacce dall’aiuola davanti a casa, mi è venuto un dubbio amletico. Ma io posso dire a tutti gli effetti di essere un fotografo?

Mi sono arrovellato il cervello per un po’ di tempo poi ho deciso di affrontare la cosa in modo scientifico (pubblicando anche i risultati di questa mia ricerca, che trovate qui di seguito).

fotografo s. m. (f. -a) [comp. di foto-2 e -grafo]. Chi esegue fotografie sia professionalmente (per conto proprio o al servizio di giornali, periodici, attività varie): fare il f.; andare dal f.; il f. di un settimanale illustrato, di un rotocalco, di una casa di mode; f. pubblicitario; sia occasionalmente: sviluppo e stampa per f. dilettanti; e con riguardo alla capacità, all’abilità: essere un bravo o un mediocre f., una fotografa esperta.

—Dizionario Treccani

Ottimo! Il mio dubbio è stato quindi risolto molto rapidamente. Sono un fotografo!

Un moscovita stranamente solo nella sempre affollatissima metro di Mosca aspetta il suo treno.

Un moscovita stranamente solo nella sempre affollatissima metro di Mosca aspetta il suo treno.

Anni fa mi ero cimentato nella costruzione di un modello storico (mai terminato, peraltro) e per essere in grado di applicare alcune modifiche piuttosto rilevanti avevo contattato un esperto negli Stati Uniti giustificando le mie numerose domande con: mi scuso ma, in effetti, io non sono un modellista.

Lui, molto pacatamente, mi scrisse che se stavo costruendo un modello allora ero un modellista!

Sono contento perchè, evidentemente, la stessa cosa vale per i fotografi, siano essi armati di reflex full-frame o mirorless all’ultima moda o smartphone multifunzione.

Bene… dunque, visto che siamo arrivati fin qui così facilmente, andiamo un po’ oltre. Ho verificato che sono un fotografo ma sarò anche creativo?

creativo agg. e s. m. [der. di creare]. 1. agg. Relativo al creare e alla creazione: l’atto c.; relativo alla realizzazione artistica, alla capacità di creare opere d’arte e d’ingegno: facoltà c.; potenza c.; la gioia c. dell’artista; un lavoro creativo. 2. s. m. (f. -a) Nella tecnica della pubblicità, chi ha il compito di ideare i testi e le immagini per la campagna pubblicitaria di un prodotto, suggerendo proposte che siano insieme inedite e persuasive, capaci di raggiungere con immediatezza i fini prefissati.

—Dizionario Treccani

Anche in questo caso cado in piedi. Se mettiamo da parte l’accezione che il termine assume per il settore pubblicitario posso dire di essere creativo in quanto creo.

Il castello di Rossena si staglia imponente dalla cime della rupe. A sinistra la sempre fedele torre di Rossenella. Il pulviscolo sospeso nell'aria calda della sera riflette la luce del sole che tramonta donando alla scena l'aspetto di un dipinto.

Il castello di Rossena si staglia imponente dalla cime della rupe. A sinistra la sempre fedele torre di Rossenella. Il pulviscolo sospeso nell’aria calda della sera riflette la luce del sole che tramonta donando alla scena l’aspetto di un dipinto.

Allora procediamo oltre e vediamo se riesco a spingermi ancora più in là.

Su Internet, sui social, vedo tanti che si definiscono artisti.

Che invidia! Anche a me piacerebbe essere un artista quindi interrogo la mia personale palla di cristallo (un dizionario della lingua italiana) per scoprire che…

artista s. m. e f. [dal lat. mediev. artista maestro d’arte] (pl. m. -i). 1. Chi esercita una delle belle arti (spec. le arti figurative, o anche la musica e la poesia): gli a. del Rinascimento; gli a. della scuola romana. Come termine di classificazione professionale e dell’uso com., anche chi svolge attività nel campo dello spettacolo (teatro, cinema, ecc.): a. lirico; a. di varietà; gli a. della radio, della televisione; i camerini degli a.; ingresso riservato agli artisti. Il termine implica spesso un giudizio di valore ed è allora attribuito a chi nell’arte professata ha raggiunto l’eccellenza: è un vero a., un grande a., un a. di genio. Con riferimento alla poesia, è talora contrapposto a poeta, considerando come qualità proprie di questo la forza dell’ispirazione e del sentimento, l’altezza della fantasia, e attribuendo all’artista soprattutto virtuosismo e abilità tecnica. Per la facoltà degli a., o facoltà delle arti, nelle università medievali, v. arte, n. 1 a. 2. estens. Chi ha fine senso dell’arte ed è aperto al sentimento del bello: ha un’anima d’a.; parla, scrive, suona da a.; o chi eccelle nella propria professione, attività o mestiere: quel chirurgo è un a.; ho trovato un falegname che è un vero a.; questo giovane calciatore è un a. del pallone. 3. ant. Artigiano: la cittadinanza, ch’è or mista Di Campi, di Certaldo e di Fegghine, Pura vediesi ne l’ultimo artista (Dante). ? Spreg. artistucolo; rari l’accr. artistone e il pegg. artistaccio (tutti con il rispettivo femm. -a).

—Dizionario Treccani

Purtroppo qui la cosa si fa più complicata…

A quanto pare l’essere artista implica anche un giudizio di valore. Viene attribuito a chi - all’interno della propria arte - ha raggiunto un livello di eccellenza.

Insomma, a quanto pare, la parola artista ha un forte connotato qualitativo.

Questa cosa è interessante perchè significa che chi fotografa con il cellulare è un fotografo mentre non è detto che tutti quelli che in rete si firmano come artisti lo siano veramente.

Come giustamente deve essere, l’auto-referenzialità non basta. Il giudizio di valore è ovviamente quello degli altri!

Non sono bravo perchè lo dico io, ma sono bravo quando sono gli altri a dirlo!

Tra un modesto fotografo - quindi - ed un artista possiamo dunque categorizzare decine di sfumature (tutte rigorosamente auto-referenziali) che passano dal facilone al fanfarone, dal professore al pallone gonfiato, dal teorico puro al filosofo della foto mossa.

Il semaforo è rosso e il passaggio chiuso da un alto muro.

Il semaforo è rosso e il passaggio chiuso da un alto muro.

Quindi… diventa quantomai necessario scendere dal piedistallo!

Più vicino a terra, inoltre, si vedono meglio tante cose e da vicino si fanno fotografie migliori.

Non serve lucidare i galloni per apparire ciò che non siete: nessuno riesce ad apparire per ciò che non è per lungo tempo. Qualcosa prima o poi vi tradirà.

E non servono mai tante parole.

Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta, se devi spiegarla vuol dire che non è venuta bene.

—Ansel Adams


etichette: filosofia



Adolfo

19/06/2019 alle 07:55

Sono un vecchio “fotografo” (per mestiere) ormai in pensione (70 anni sigh) . Hai fatto delle ottime considerazioni che condivido ed apprezzo.

Maurizio

19/06/2019 alle 15:12

Un commento da parte di un professionista! Grazie Adolfo, ne sono orgoglioso. Ho voluto semplicemente riflettere sulla faciloneria con cui tante persone si spacciano per qualcun altro. Goditi la meritata pensione! e grazie ancora per aver lasciato un tuo pensiero.


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