É sicuramente capitato a tutti
Si passa un momento in cui incanaliamo tutte le energie alla ricerca della nitidezza assoluta!
Del resto quando ti presenti con la tua macchinina nuova fiammante e ti senti dire che “l’obiettivo che ti hanno dato in kit con la macchina è un plasticozzo inutilizzabile” non puoi che ringraziare l’esperto di turno per questa preziosissima perla di saggezza.
E allora giù a studiare, cercarre le regolazioni ottimali della macchina, lo sweet spot dell’obiettivo, i grafici MFT, e via discorrendo.
Provate ad inserire in un motore di ricerca la parola nitidezza (o meglio sharpness) e verrete sommersi dai risultati.
Con questo non voglio dire che della nitidezza dovreste fregarvene bellamente ma…
La nitidezza non è tutto
Innanzitutto vorrei farvi notare che, soprattutto all’inizio, la mancanza di nitidezza nelle vostre foto può… non essere una mancanza di nitidezza.
Spesso si confonde la poca nitidezza con il micro-mosso. Se avete problemi con il micro-mosso non avete bisogno di un nuovo obiettivo ma semplicemente di un tempo di scatto più veloce o di una mano più ferma.
Altre volte la poca nitidezza è figlia di una infelice scelta del punto di messa a fuoco. Anche in questo caso un nuovo obiettivo non risolverebbe il problema. Leggetevi qualcosa sulla Profondità di Campo e sull’uso del diaframma e riprovate.
Detto questo, prima di sborsare una certa cifra per un obiettivo nuovo, vi invito a riflettere sul fatto che la nitidezza non è la cosa primaria che può rendere migliore la vostra fotografia (il miglior ingrediente di una buona fotografia rimane sempre la luce!) e, a volte, potrebbe addirittura risultare fastidiosa.
Se avete impostato sulla vostra macchina fotografica una funzione di aumento della nitidezza fate attenzione perchè vedrete dei risultati già alterati da un software e quello sarà il vostro punto di partenza.
Io vi consiglio di scattare una fotografia che sia il più possibile neutra e da qui partire con lo sviluppo digitale.
Allora, abbasso la nitidezza?
Assolutamente no! Semplicemente questo artificio (ebbene sì, di questo si tratta) rientra tra le manipolazioni artistiche di un’immagine.
La nitidezza può cambiare radicalmente una fotografia perciò non dovrebbe essere applicata in modo indiscriminato su tutto solo perchè lo dice un tutorial.
Quella mattina mi trovavo a passeggiare sulle colline di Montemarcello in Liguria.
Prima di arrivare in paese, sulla sinistra, un piccolo cartello indica la possibilità di arrivare ad una terrazza panoramica.
Sebbene io non sia molto amico con le altezze sono andato ugualmente.
La giornata era grigia e, a tratti, piovosa. Le nuvole erano basse e filtravano la luce solare in modo piuttosto importante. Un filo di vento rendeva sopportabile l’umidità tipica delle giornate piovose ma calde.
Improvvisamente, il vuoto
Arrivati alla terrazza panoramica ci siamo ritrovati a parecchie decine di metri a strapiombo sul mare.
Le nuvole grigie rendevano labile ed impalpabile l’orizzonte tanto che occorreva un po’ di concentrazione per identificarlo con esattezza.
Il vento non era sufficiente ad increspare la superficie dell’acqua che risultava, da quell’altezza, perlopiù piatta ed immobile.
Ho messo a fuoco sulle nuvole e regolato l’esposizione per non perdere del tutto la loro trama delicata cercando però di sovraesporre un pochino.
Non ci sono pixel bruciati ma l’istogramma di questa fotografia è prepotentemente spostato verso destra e quasi nullo verso sinistra.
Inizialmente avevo optato per un panorama. Questo scatto, infatti è il secondo di una serie che forse un giorno pubblicherò per intero (NOTA: finalmente l’ho fatto! Lo trovi qui!).
La fotografia mi piace così. Grigia, umida, fredda e piatta.
In questo caso qualsiasi aumento della nitidezza la renderebbe una fotografia decisamente sbagliata, inutile, da cestinare.