Cos’è un fantasma se non una presenza che non riusciamo a percepire o a capire?
Non so se voi credete ai fantasmi (almeno a quelli propriamente detti) ma a me capita di vederne. Sono tutte quelle figure talmente fuori luogo che non possono non attirare attenzione.
Non devono necessariamente spaventare anzi, spesso non sono spaventosi affatto ma hanno sempre la caratteristica di attirare l’attenzione perché sono dove non dovrebbero essere, oppure fanno qualcosa che non dovrebbero fare.
Passeggiando per le vie di Pompei mi stupivo del fatto che nonostante la giornata non festiva e il tempo inclemente, la folla di turisti fosse troppo rumorosa e colorata.
Il rumore mi infastidisce anche in un centro commerciale ma, in un luogo come quello, mi sembrava assolutamente inadatto.
Per quanto riguarda invece il colore… mi stavo arrovellando il cervello alla ricerca di inquadrature strettissime per cercare di eliminare quante più magliette e ombrellini possibili!
Niente da fare
Tranne rarissime occasioni non c’era assolutamente la possibilità di fare qualche fotografia alle rovine senza avere nell’inquadratura un impermeabile rosso o un cinese dall’aria scocciata.
A questo punto occorreva solo un po’ di rassegnazione e di inventiva per portare a casa qualche scatto decente.
Impossibile anche tentare qualche scatto multiplo per rimuovere le persone in post-produzione perché alcuni di loro soggiornavano immobili sulla stessa mattonella per minuti.
Quindi…
Quindi non rimaneva che includere qualche presenza umana sperando che fosse il meno invadente possibile.
La fortuna mi ha aiutato quando, all’interno del calidario delle terme, ho trovato meno affollamento che altrove e allora mi sono messo in un angolo ad aspettare.
Passa un russo, passa una coppia di italiani, passa un gruppo di giapponesi.
Improvvisamente sembra che la folla si diradi. Mi fermo in un angolo in penombra. Preparo la macchina fotografica. Regolo l’esposizione e il fuoco e inquadro.
Tutti sono fuori dall’inquadratura ma io tentenno…
All’improvviso una bambina (dieci anni?) lascia la mano della madre e torna sui suoi passi.
Si ferma davanti alla grande vasca in pietra e la osserva come rapita, accarezzandosi i capelli illuminati dalla luce che entra dalla grossa apertura proprio sopra di lei.
Indossa una giacca corta di un rosa totalmente fuori luogo. La presenza è lì, davanti ai miei occhi. Si è materializzata e in un istante potrebbe andarsene.
Riduco leggermente l’esposizione e scatto.
Catturata!
Conclusione
Abbiamo già parlato del momento giusto in fotografia.
In questa sequenza vi mostro il prima e il dopo dello scatto scelto (evidenziato in rosso).
Nella prima foto la bambina sta arrivando. Non mi piace perché sta ancora camminando ed è in una posizione che non mi convince.
Nella terza se ne sta andando. É in ombra e non avrebbe certo avuto senso pubblicare una foto del genere…
Il quarto scatto è l’idea iniziale che avevo avuto ossia immortalare l’ambiente vuoto e buio.
Solo per gli amanti dei numeri vi riporto, qui sotto, l’orario di scatto delle prime tre fotografie così da permettervi di capire quanto sfuggente può essere un’immagine.
- 10:25.36
- 10:25.38
- 10:25.41