Eravamo vicini alle festività natalizie
Ormai sono anni che il Natale non sembra più Natale per un motivo semplice: la neve non si fa più vedere.
Le classiche immagini natalizie con i boschi coperti dalla bianca coltre sono relegate nei miei ricordi di infanzia.
Non che questa cosa mi dispiaccia… la circolazione dei veicoli è decisamente più facile e anche uno scarso pilota come me si azzarda a girovagare per la collina toscana.
Eravamo a Montepulciano (Siena) e il piccolo centro medievale era ingolfato di persone all’inverosimile. Non è facile arrivare nella piazza centrale del paese. Scale e acciottolati in salita si sprecano eppure anche gli anziani e frotte intere di genitori con passeggini non mancavano.
La temperatura all’ombra era piuttosto rigida ma bastava portarsi in una posizione baciata dal sole per godere degli ultimi raggi caldi del pomeriggio. Per questo motivo camminavamo scegliendo di evitare con cura gli stretti vicoli che aumentavano la sensazione di freddo incanalando una brezza gelida.
Il paese festeggiava il Natale con luci e musica
Qua e là la previdente amministrazione comunale aveva posizionato dei bracieri più scenici che utili. Non so se capita anche a voi ma per Natale la cosa che scalda di più sono le luci colorate. So che non ha un gran senso… qualche lampadina a diversi metri di altezza non scalda affatto ma per me la sensazione di calore è reale.
D’altro canto quando visito una festa di paese cerco sempre di distrarmi dalle numerose offerte gastronomiche: buone sì ma non me le posso più permettere… e poi è sufficiente guardare i cumuli di formaggi e i festoni di salumi, i cesti di frutta e le bottiglie allineate come soldati per sentirsi sazi!
In tutto questo fervore natalizio sono stato attratto da un muretto in pietra
Era semi-nascosto tra una signora che proponeva caldi berretti di lana e un gruppo di ragazzini della pro-loco che friggeva qualcosa che non sono riuscito ad identificare (ma che avrei comunque assaggiato molto volentieri!). Niente di speciale alla fine dei conti.
Un muro di pietra e malta sormontato da un’ordinata fila di mattoni rossi.
Probabilmente dall’altra parte non ci sarebbe stato altro che il vuoto. Eravamo nel punto più alto del paese perciò mi aspettavo di poter guardare lontano senza ostacoli alla vista.
Mi sono infilato tra i berretti e l’odore del fritto per vedere se fossi riuscito ad orientarmi e immediatamente il caos della fiera paesana è svanito
La valle si apriva sotto di noi a perdita d’occhio
Gli ultimi raggi del sole che stava tramontando tingevano tutto di tonalità arancioni. In inverno il sole tramonta sempre con colori particolarmente intensi: forse è uno sfoggio di vanità dovuto al fatto che si fa vedere così poco.
L’improvviso calo di temperatura stava facendo il resto.
La terra umida soffiava nebbia e di nebbia si stava creando una coperta soffice e leggera. La valle più lontana era già completamente invisibile. Sembra di essere sopra le nuvole, in aereo, e ci si aspetterebbe di trovare la terra centinaia di metri più in basso.
La nebbia stava penetrando anche nella depressione ai nostri piedi. Il suo avanzare era lentissimo, impercettibile, ma sembrava di sentirla strisciare sulle zolle di terra e sull’erba secca. I suoni del paese erano lontani anni luce, lo spettacolo era mozzafiato.
Anche altre due/tre persone erano venute a vedere e si affannavano telefonini alla mano.
Per poter dare respiro e vastità alla scena ho scattato tre volte - a mano libera - appoggiandomi al muretto. La macchina rigorosamente in manuale (ricordatelo quando dovete comporre dei panorami!) mi ha permesso di registrare la luce in modo perfettamente uguale tra gli scatti così da facilitare il lavoro di assemblaggio al computer.