N.B. Questa volta sono stato costretto - per forza di cose - ad utilizzare una foto non mia!
Io temo molto le altezze.
Provo un certo disagio anche per il semplice cambio di una lampadina bruciata in casa.
Per questo non sapevo che cosa sarebbe successo al momento della partenza del volo dell’angelo.
Come sempre mi ero informato su ogni dettaglio:
- due lanci
- lunghezza del cavo poco inferiore ad 1,5 Km
- 120 Km/h di velocità
- 800 mt. di altezza nel punto massimo
Letti così, freddamente, sul loro sito internet non impressionano più di tanto ma quando ti ritrovi sulla piattaforma metallica e, seguendo il cavo con lo sguardo, non riesci a vedere l’arrivo iniziano a girarti in testa diversi pensieri.
Sei già imbragato come un tonno con il tuo caschetto in testa e dai le spalle ad un ragazzone che assicura i moschettoni alla grossa carrucola.
Le istruzioni sono scandite in modo secco e chiaro
Girati di spalle… Ora chinati… Allunga le gambe… Afferra con le mani qui
Mia moglie mi chiama più volte per sapere come va ad un paio di metri dalla mia testa ma io non la sento se non dopo diverso tempo e dopo che altre due persone vicino a lei l’aiutano ad attirare la mia attenzione.
Direi che va bene…
Torno a guardare in basso la pedana di lancio ad una trentina di centimetri dalla mia faccia.
Il ragazzone comunica a valle il mio peso e aggancia dietro la mia schiena un paracadute colorato per limitare la mia velocità a 110/120Km/h
Poi mi dice qualcosa ma afferro solo l’ultima parte
Buon volo!
Sento un leggero strattone e la pedana metallica inizia lentamente a sfuggirmi da sotto.
Dopo solo un metro vedo già l’erba della montagna e sento la velocità che aumenta.
Sotto di me il prato diventa un bosco ma io sono già molto più in alto e cerco di seguire la mia ombra sulla cima degli alberi che vuoi per la velocità, vuoi per l’altezza notevole presto perdo e non ritrovo più.
Stupito mi accorgo che tutti i miei pensieri sono rimasti fermi in piedi sulla piattaforma. Li sento che mi guardano mentre mi allontano. Loro hanno avuto paura e non sono venuti con me.
Ma non c’è più posto per loro, ora.
Alzo lo sguardo.
Mi guardo intorno.
Il vento mi colpisce il viso e il fischio dell’aria nasconde il rumore della carrucola che scorre velocissima dietro di me.
La distanza da terra è talmente tanta che l’impressione è quella di rallentare mentre so benissimo di sfrecciare come una macchina in autostrada!
Sono lassù.
Sono da solo con il vento sulla faccia.
Ecco cosa provano le aquile!
STO VOLANDO!