René Daumal non vide mai pubblicato il suo ultimo romanzo. Morto improvvisamente durante la sua stesura, il volumetto venne pubblicato postumo, quasi dieci anni dopo, incompiuto.
É una strana sensazione arrivare ad un certo punto del racconto e trovare una virgola prima del nulla.
Tutto ciò che verrà dopo, di questa avventura fantastica, è rimasto appunto nella fantasia dell’autore.
Un gruppo di alpinisti esperti decide di scalare la vetta del Monte Analogo. Nessuno sospetta neppure l’esistenza di questo massiccio se non Pierre Sogol, strano personaggio che teorizza l’esistenza di questo luogo inesistente sulle carte geografiche (in realtà Monte Analogo appartiene ad un suo proprio continente, quasi una moderna Atlantide).
Partiti a bordo del battello Impossibile riescono, confermando la teoria di Sogol, ad entrare in una sorta di dimensione parallela raggiungendo il continente nascosto.
Approdano a Porto-delle-Scimmie, una località abitata da una vasta eterogenìa di naviganti arrivati da ogni luogo e da ogni tempo.
In paese si tengono in massima considerazione le guide alpine che sono considerate quasi degli esseri superiori e che hanno in mano il governo e le leggi del posto. Gli altri si guadagnano da vivere coltivando la terra o mandando avanti attività commerciali di ogni genere.
La vita in questo luogo è molto particolare, i ritmi sono lenti, l’atmosfera fuori dal tempo. Le persone rispettano leggi e regole molto caratteristiche.
Non c’è denaro. L’unico materiale che ha valore (e che valore!) è il peradam, una sorta di cristallo quasi magico.
La spedizione finalmente parte. Una lunga carovana di uomini e bestie da soma inizia il percorso verso il campo base. Porto-delle-scimmie scompare alla vista per lasciare il posto alla montagna: sentieri, boschi, ruscelli e la strana fauna locale.
La spedizione si deve muovere rispettando regole ferree per la tutela della natura e una curiosa usanza di rispetto verso le spedizioni che seguiranno.
Il libro si interrompe prima che la spedizione raggiunga il campo base. Possiamo solo immaginare il seguito. Il titolo dell’ultimo capitolo, che Daumal aveva rivelato in una lettera ad un amico racchiude un po’ il senso di tutto il libro: E voi, che cosa cercate?
A me piace pensare che la spedizione non raggiungerà mai la vetta del Monte Analogo. In questo modo lo scrittore non è obbligato a rivelare chissà quale verità suprema (che neppure lui conosce) e fa sì che i vari personaggi possano invece trovare le loro risposte nascoste ognuno dentro di sè.
L’avventura passata insieme, la bellezza selvaggia del luogo, le rigide regole e la conoscenza di persone così diverse sono solo le chiavi che permetteranno di aprire le porte necessarie.
Per questo motivo la cima del Monte Analogo resta avvolta tra le nuvole, celata alla vista. Certi miti devono restare tali. La vetta che ognuno di noi ha davanti non verrà mai raggiunta perchè il vero scopo della vita non è la meta ma il cammino.
N.d.A
Questo breve progetto rientra nella categoria dei progetti posteriori. Le fotografie sono tutte immagini d’archivio scattate tra il 2015 e il 2018 in Emilia Romagna, Toscana, Liguria e Lombardia.
Nota della nota
Ad essere sinceri queste fotografie non dovrebbero esistere… Come specifica ben chiaramente Daumal:
Contavo anche un po’ sulle fotografie e i film che Hans e Karl si erano proposti di fare; ma allo sviluppo nessuna immagine appariva sulla superficie sensibile; era impossibile, con materiale normale, fotografare qualcosa qui.
—René Daumal - Il Monte Analogo