Intervistatore
Buonasera Maurizio.
Che piacere rivederla dopo tanto tempo.
Maurizio
Buonasera a lei.
In effetti è passato quasi un anno dall’ultima intervista.
Intervistatore
Beh, allora… le chiedo di fare un bilancio di quest’anno. In particolare di cosa le è piaciuto di più.
Maurizio
Ah, ottimo! Quest’anno è stato un anno pieno di errori bellissimi!
Intervistatore
Errori? Bellissimi?
Maurizio
Sì. Tanti errori che sono culminati in un articolo dal titolo Un fallimento memorabile dato che ho scoperto che anche i fallimenti possono essere visti positivamente. Ho ricordato con piacere e quasi con commozione un fallimento epocale e tutto questo mi ha fatto capire che, finalmente, sto facendo la pace con il passato.
Questa è una cosa molto piacevole…
Intervistatore
Ha altri errori da raccontare?
Maurizio
Certo!
Avevo detto che la sezione AI (Auto Interviste) non avrebbe trattato di Intelligenza Artificiale ma mi sbagliavo anche qui!
Oggi le parlo di Intelligenza Artificiale.
Intervistatore
Molto bene. Dunque… ci dica!
Maurizio
Pensavo che l’AI fosse inutile: mi sbagliavo. Pensavo che fosse in antitesi con la fotografia: mi sbagliavo. Pensavo che non fosse interessante: mi sbagliavo. Pensavo che fosse stupida: avevo ragione.
Intervistatore
Quindi lei pensa che l’AI sia stupida?
Maurizio
Certo! è una cosa MOLTO stupida ma maledettamente veloce. La parola intelligenza trae in inganno perché, in realtà, non è affatto intelligente ma fa cose stupide ad una velocità fuori dal comune. Al pari della fotocamera l’AI non è altro che uno strumento, ed essendo uno strumento è una cosa che possiamo utilizzare a nostro piacimento. L’AI, nella sua ottusità, fa tutto ciò che noi chiediamo.
Io ho iniziato a studiare uno strumento che si chiama Fooocus e che è liberamente installabile sul proprio PC. Si tratta di un’AI generativa ovvero di uno strumento che genera immagini a partire da un testo.
Scrivo “Un cane nero che gioca con una palla rossa in giardino” e questa inizia a costruire l’immagine richiesta.
Devo dire che mi ha stupito. Veramente!
Intervistatore
L’ha stupita per le capacità che questo strumento ha nel costruire immagini da zero?
Maurizio
No, mi ha stupito la raffinatezza di questo nuovo strumento. Non serve una manopola o un interruttore, non serve il movimento di un dito o di un arto, occorre utilizzarlo con una sorta di comunicazione. Serve imparare a parlare la sua lingua.
Una lingua che non è come i linguaggi di programmazione più noti ma è un linguaggio incredibilmente umano. Alla portata di tutti. Naturale.
Non è come parlare ad una persona vera (come ho detto prima non si tratta di una cosa veramente intelligente) quanto, piuttosto, è come quando si cerca di interagire con un bambino piccolo. Servono certe parole, certe costruzioni verbali. Occorre entrare in sintonia con il suo modo di capire.
E occorre accettare il fatto che - trattandosi di un bambino piccolo - le risposte possono non essere proprio quelle che ci aspettiamo.
Le faccio un esempio molto chiaro: se lei legge romanzi (e legge romanzi di bravi scrittori) sicuramente avrà visualizzato il viso e le fattezze dei protagonisti.
Ovviamente quel viso non è certo il viso che aveva immaginato lo scrittore e, sicuramente, è diverso dai visi immaginati da tutti gli altri lettori.
Ecco, la cosa è più o meno così: se lei descrive un viso, o una persona, o un luogo o altro, il risultato sarà… non quello che lei aveva immaginato!
Questo strumento io lo chiamerei piuttosto rivelatore di sogni.
Intervistatore
Perchè mi parla di sogni? Da quanto ne so le immagini generate in questo modo possono essere molto reali.
Maurizio
Non c’è niente di reale in un’immagine generata dall’AI. Tutto quanto è molto innaturale. Un’immagine di questo tipo è meno veritiera di un dipinto iper-realista.
Le assicuro che una fotografia (che ritrae al realtà) è avanti anni luce.
Le immagini fatte con l’AI sono sogni rivelati. Come nei sogni c’è sempre qualcosa che non torna: un colore, un viso, la trama dei capelli, la superficie della pelle, l’erba…
Qualcosa che non va c’è sempre.
E perchè le dico che si tratta di sogni? Perchè l’AI impara dall’esperienza e genera qualcosa in base a quell’esperienza. Proprio come i nostri sogni!
L’AI non crea proprio nulla, assembla in base ad esperienze passate.
Ecco… questa cosa è veramente affascinante. Il poter descrivere una cosa e poi vederla rivelata sotto forma di un’immagine è incredibile.
E se una fotografia è effimera, perchè cattura un momento brevissimo già passato, le immagini fatte con l’AI non hanno catturato proprio niente. Sono l’effimero alla massima potenza.
Se distruggo una fotografia e non la potrò vedere mai più, quel momento sarà comunque esistito. La stessa cosa non vale per un’immagine generata con l’AI. Rimarrà un sogno.
Intervistatore
OK bene. Credo che qui ci sia materiale per una bella riflessione.
Io - per quanto mi riguarda - sento di avere la testa abbastanza piena. Per oggi direi che può bastare.
Lei è d’accordo se terminiamo qui?
Maurizio
Certo. Nessun problema.
A breve spero di poter scrivere anche un articolo sull’AI con tante immagini di esempio.
Pensi che strano: potrò pubblicare dei sogni!
Intervistatore
Interessante. Però, come le dicevo, io non andrei oltre.
Maurizio
Va bene: finiamo qui.
Però non aspetti un altro anno ad intervistarmi di nuovo!